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giovedì 2 giugno 2016

La Sirenetta, Eco di fondo alla ricerca delle identità sommerse



Eco di Fondo rilegge la Sirenetta


recensione di Felice Carlo Ferrara

Dopo un lungo percorso creativo, cominciato nell’estate del 2015 e con una prima tappa raggiunta in autunno, con la presentazione di 20 minuti in occasione di Next – laboratorio delle idee, il nuovo lavoro della compagnia Eco di Fondo, coprodotto con Campo Teatrale e diretto da Giacomo Ferraù, ha infine debuttato, registrando un ottimo riscontro di pubblico.
Con La sirenetta, la compagnia, già da tempo orientata su temi urgenti come l’eutanasia (Orfeo e Euridice) e l’emigrazione (Verso Oz), ci parla di omosessualità, o meglio del sentirsi omosessuali in un universo omofobo, concentrandosi in particolare sui destini più tragici, su quelle vittime che sono arrivate a vedere nel suicidio l’unico rimedio possibile al proprio dolore. Non lo fa in termini espliciti ed immediati, ma tramite un gioco metaforico, che trova ispirazione nella celebre eroina di Andersen, la sirena innamorata di un uomo, ma destinata alla solitudine per una coda di pesce che la rende diversa dagli altri esseri umani. Proprio il riferimento alla fiaba permette al tema di allargarsi al più grande campo della diversità, acquisendo un tono universale e toccando così il cuore di ognuno. Giova inoltre la scelta di non concentrarsi tanto sulle ideologie, ma di mostrare piuttosto il dolore vissuto da chi si sente diverso dagli altri e si vede così escluso dalla condivisione con le persone più prossime, a partire dagli stessi componenti della propria famiglia. Basta infatti un assaggio di questa sofferenza per sentirsi più aperti alla solidarietà e alla compassione, sentimenti che potrebbero legarci al di là di ogni differenza. Quanto inutile appare l’aggressione omofoba, quando l’esistenza di chi si vede segnato come diverso, appare già così spietata!
In parallelo alla storia della sirena, inoltre, Eco di Fondo sviluppa una storia d’amore scherzosamente fuori dagli schemi con un Ken che, in barba alla preconfezionata relazione con Barbie per la quale sarebbe stato fabbricato, finisce per innamorarsi di un orsacchiotto di pezza, generando così nella società dei giocattoli ogni sorta di reazione, dallo smarrimento, al panico, dal disgusto, allo sdegno, in una sorta di esilarante parodia (resa con brillantezza da un formidabile Riccardo Buffonini) di certi sterili dibattiti che si consumano spesso sul tema. Ed anche questa piccola storia, pur nei suoi toni grotteschi, contribuisce all’atmosfera amara dello spettacolo, chiudendosi con un Ken, che, messo alle strette, decide infine di rinunciare ai suoi sentimenti più autentici per ritornare al suo ruolo prestabilito, abbandonando così un costernato orsetto.
Sarebbero sufficienti queste considerazioni per apprezzare lo spettacolo, ma all’efficacia e alla bontà dei messaggi veicolati, si aggiungono capacità interpretative non comuni, una grande sensibilità nella scrittura scenica e infine una regia capace di incantare e di emozionare in ogni momento. Notevole l’uso delle sagome per la prima parte, utile non solo ai fini narrativi (un gioco d’ombre permette di dilatare la dimensione dei genitori rispetto al bambino), ma anche per dare un’impronta nostalgica a tutto il racconto. Sorprendente la resa dell’ambiente marino tramite semplici mezzi e di grande significato l’immagine dei sirenetti dai volti coperti, costretti a celare la propria sessualità, e, quindi, la propria identità. E di grande impatto, infine, la scena dalla strega del mare, in cui la rinuncia della propria voce, ovvero della verità sui propri sentimenti, è rappresentata come una violenza drammatica sulla propria persona.
Uno spettacolo poetico, emozionante e fortemente consigliato, che sarà possibile recuperare presto al teatro Elfo Puccini di Milano.



LA SIRENETTA
Eco di fondo
regia Giacomo Ferraù
con la collaborazione registica di Arturo Cirillo
drammaturgia Giacomo Ferraù e Giulia Viana
con Riccardo Buffonini, Giacomo Ferraù, Libero Stelluti, Giulia Viana
assistenti alla regia Piera Mungiguerra e Simon Waldvogel
disegno luci Giuliano Almerighi
coordinamento coreografico Riccardo Olivier
organizzazione Elisa Binda
produzione Eco di fondo in coproduzione con Campo Teatrale
con la collaborazione di LAB121
ringraziamenti Francesca Angelicchio, Marcela Serli e Daniele Sala

visto a Milano presso Campo Teatrale il 28 maggio 2016 

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