IF-OFF: NUOVE ANIME PER IL TEATRO DI FIGURA
Di Felice Carlo Ferrara
Il teatro Verdi di Milano, da
sempre grande sostenitore del teatro di figura, ha significativamente aperto la
nuova stagione con una serata dedicata agli esiti di Animateria, corso di
formazione di teatro di figura cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal
Fondo sociale europeo e realizzato dalle maggiori realtà del settore (tra le
tante: Teatro Gioco Vita, Teatro delle Briciole, Teatro del Drago, Teatro del
Buratto). Questo fa ben capire la rilevanza data a questa arte dal Verdi, che,
del resto, da anni con IF festival ospita le migliori compagnie internazionali
sul campo. La speranza naturalmente è che sempre più teatri collaborino nella diffusione
di questi linguaggi.
Tre, in particolare, gli studi
portati in scena sul palco milanese.
un'immagine di Cane nero
In Cane nero una famiglia deve rompere la propria routine per
confrontarsi con le tracce di qualcosa di enorme e misterioso. Forse non si
tratta che di un cane, ma dalle proporzioni inaudite! E, chissà, magari proprio
questo misto di solito e insolito genera il panico nella famiglia protagonista…
Il cane nero al centro della trama, infatti, sembra l’immagine stessa della
paura, un sentimento oscuro che ci ostiniamo a tenere fuori dalla nostra esistenza,
ma che inevitabilmente è parte di noi.
Di tutti gli studi presentati
questo è di certo il più vicino alla lezione del Teatro Gioco Vita. La narrazione
avviene infatti attraverso giochi di ombre, sperimentati nei più diversi modi,
giochi che riescono a portare il nostro sguardo ora su uno spazio interno, ora
su un interno, a volte anche sovrapponendo i due piani, con un effetto
squisitamente teatrale. Sviluppato con ironia e leggerezza, ma capace di
mantenere il giusto livello di suspense, questo studio appare già abbastanza
maturo e certo in grado di reggere il confronto con un pubblico di famiglie.
Greta Di Lorenzo in Alice
Con Alice, invece, Greta di Lorenzo reinterpreta il capolavoro di Lewis
Carroll e riporta le avventure della celebre eroina in un spazio più mentale
che fisico, caratterizzato più per l’assenza che per la presenza, e dove riecheggiano
le parole di una voce fuori campo, una voce forse interna, forse esterna, forse
entrambe le cose. La protagonista appare come un'io sofferente, il cui
dolore, però, è congelato e si può dire anche deformato dallo sguardo algido e
spietatamente freddo di un super io decisamente sbilanciato, patologico. Così le tante lacrime versate divengono un magma argenteo
e posticcio incapace di esternare realmente il dolore. E quando
finalmente Alice emerge, smarrita in questa dimensione surreale, appare come una
marionetta, costretta a spalancare la bocca e ad ingerire così come la sua
mente è forzata ad ascoltare quella voce martellante. Questo secondo studio,
probabilmente un po’ dilatato nella durata delle scene, si presenta di certo
come il più curato esteticamente e, concettualmente, il più ambizioso.
A chiudere il trittico è l’onirico
Polvere, in cui una pioggia di gesso
irrompe nella tranquillità di una coppia, invadendo in modo crescente il suo
spazio e la sua intimità, tanto da insinuarsi nei corpi dei protagonisti e
mutarli infine in statue ridotte a pezzi. Lo studio, sicuramente suggestivo,
può richiamare l’idea del tempo che, avanzando, cancella ogni giorno qualcosa
di noi, del nostro essere e della nostra individualità. E’ tuttavia possibile
anche leggerlo come una metafora dell’attore stesso costretto a sparire per
lasciare posto alla figura, in un lavoro di certo più assimilabile al teatro d’attore
che all’animazione e tanto riluttante a divenire teatro di figura, da cedergli
veramente solo nell’ultimo minuto.
Le serata è stata anche occasione
di presentazione della nuova stagione del Verdi che, oltre all’immancabile IF con
la consueta selezione di lavori internazionali di teatro di figura (Sofie Krog,
Duda Paiva, La Pendue, Unterwasser e, a chiudere, Natasha Belova), ospiterà
anche un festival dedicato al concetto di Europa, una rassegna di opere
segnalate dal Premio Scenario, e ancora due festival: “Leggere le montagne”,
dedicato all’alpinismo (11 dicembre, giornata internazionale della montagna), e
la seconda edizione del Festival dell’Ambiente e della Sostenibilità, dal 12 al
17 maggio. Spazio inoltre all’istrionismo di Roberto Mercadini, con ben tre
lavori in stagione (Elogio del
linguaggio, Felix, Mercadini racconta Ariosto), ad Antonio Cornacchione e
Sergio Sgrilli con Noi siamo voi:
votatevi (Teatro della Cooperativa), e, infine, alla musica con due produzioni del
Buratto : Paris Canaille e Boris Vian.
Per approfondire: teatro verdi
animateria-2020-seconda-edizione
CANE NERO
di e con: Riccardo Perna, Miriam Costamagna, Andrea Lopez Nunes, Jessica Graiani, Marta Lunetta
ALICE
di e con Greta Di Lorenzo; scenografia: Christian Zucconi
POLVERE
di e con: Riccardo Reina, Giulio Bellotto, Annalisa Esposito
Visti il 18 ottobre 2019 presso il Teatro Verdi di Milano