Kalimero di Óstudios teatro : il vuoto che respinge l’Altro
Recensione di Felice Ferrara
La vita in un piccolo paese del nord Europa è scandita dai
ritmi del lavoro, dalle birre, dalle battute sul sesso. Niente di più fonda l’esistenza
di queste persone e anche i legami che instaurano, privi del tutto di uno
spessore psicologico, sembrano imperniati esclusivamente sul piacere fisico e
sulla convenienza. In questo sistema dove i silenzi prevalgono sulla parola e che,
rubando i vocaboli alla chimica, potremmo definire “altamente vuoto”, irrompe d’un
tratto l’altro. L’altro che potrebbe distinguersi sul lavoro a svantaggio dell’autoctono,
l’altro che potrebbe rivelarsi un amante più dotato e affascinante, rubando quindi l'attenzione delle donne, l’altro
che, in definitiva, per il semplice fatto di essere estraneo, può rompere l’equilibrio
di un gruppo in realtà già in partenza precario, farraginoso e carico di frustrazione proprio perché “altamente
vuoto”.
Óstudios teatro riprende un testo di Fassbinder intriso di
idee figlie del ’68 oggi ancora strettamente attuale non certo per l’insistenza
sul dato sessuale, allora elemento eversivo, quanto per l’analisi lucida e spietata
della natura xenofoba e aggressiva di una comunità alienata dal culto del
lavoro, dal materialismo, spogliata di ogni valore e ormai incapace di
concepire idee superiori al dato meramente contingente. Ed è tanto facile riconoscere
in questa comunità la nostra stessa società, che lo spettacolo sceglie il
rovesciamento delle parti, accendendo la luce su noi spettatori, gettando su di
noi lo sguardo e rivestendoci quindi del ruolo dell’altro: l’estraneo, il capro
espiatorio prima guardato con sospetto, accusato di malignità, poi rifiutato, e
infine odiato, vessato, eliminato. E questa scelta riesce a farci vivere con
forza una violenza in realtà solo evocata, con grande impatto sullo spettatore.
Lo spettacolo, molto curato nella regia e nelle luci, sceglie musiche anestetizzanti, adatte alla durezza con cui è trattato
il tema, e il supporto, in apertura e in chiusura, di video-proiezioni geometriche
che immergono gli attori in un ambiente composto da algide linee rette bianche
e nere in cui nessuna alternativa sembra ammessa.
Kalimero. Noi, una
linea rossa, l'Altro
Óstudios teatro
Menzione speciale Bando
ExPolis 2019
con Giada Bonanomi, Francesco Cundò, Riccardo Dell'Orfano,
Camilla Lamorte, Elisa Munforte
visto il 21 novembre 2019, presso il Teatro della
Contraddizione di Milano