DEDALO E ICARO:
scene di vita
quotidiana alle prese con la disabilità
recensione di Felice
Carlo Ferrara
In scena un ragazzo autistico con una disabilità
intellettiva; come funzioni la sua mente e cosa provi esattamente è qualcosa di
misterioso, ma in primo piano non c’è lui, bensì le voci, la rabbia e le
frustrazioni di chi si deve confrontare con la sua diversità (familiari e non)
e non vuole adattarsi a un modo di vivere e di pensare diverso da quello
sposato dalla nostra società contemporanea, fatta soprattutto di evasione.
I protagonisti sono quindi ben lontani dall’eroismo
mitologico e il padre al centro del dramma è un uomo associato a un Dedalo che
cerchi di dare le ali dell’autonomia al proprio figlio senza in realtà la forza
di sperare veramente nel suo progetto e con una parte del cuore tesa piuttosto
verso il proprio desiderio di autonomia dal figlio, che il contrario. Così la
famiglia si disgrega man mano attorno al ragazzo fino a lasciarlo solo.
Con questo spettacolo Eco
di Fondo e Teatro dell'Elfo sperimentano per la prima volta una forma di collaborazione in termini sia
produttivi che creativi: il risultato è uno spettacolo per certi versi buono,
grazie ad una squadra attorale di ottimo livello e una regia interessante,
forse senza guizzi di genio, ma anche senza particolari pecche. D’altro canto
sul fronte drammaturgico potrebbe rimanere deluso chi fosse abituato allo stile
poetico della compagnia guidata da Giacomo Ferraù, attore, regista, ma
soprattutto autore di raro talento, qui sostituito nella drammaturgia dalla
penna meno estrosa di Tindaro Granata.
Si perde infatti l’occasione di sfruttare il mito per creare
un racconto di tipo metaforico (come accadeva, ad esempio, nello splendido La Sirenetta) e si sceglie di scendere
in una dimensione molto concreta ed estremamente quotidiana, intervallata da
inserti manualistici che forniscono dati sull’autismo senza riuscire ad
avvicinarci a questo universo, proprio come accade quando leggiamo questi
stessi manuali.
Il rischio della didascalia è quindi sempre in agguato. Quanto alla scelta di concentrare la solidarietà verso individui moralmente fragili, più che verso la diversità, con una certa tendenza al politically scorrect, potrà risultare per alcuni interessante; di fatto, però si perde in parte quella forza nell'impegno sociale che caratterizzava l'anima della compagnia Eco di Fondo; tanto che lo spettacolo potrebbe risultare difficile da digerire per chi, invece, abbia incontrato realmente la disabilità nella propria strada e vi abbia scoperto più bellezza che motivi di frustrazione.
Il rischio della didascalia è quindi sempre in agguato. Quanto alla scelta di concentrare la solidarietà verso individui moralmente fragili, più che verso la diversità, con una certa tendenza al politically scorrect, potrà risultare per alcuni interessante; di fatto, però si perde in parte quella forza nell'impegno sociale che caratterizzava l'anima della compagnia Eco di Fondo; tanto che lo spettacolo potrebbe risultare difficile da digerire per chi, invece, abbia incontrato realmente la disabilità nella propria strada e vi abbia scoperto più bellezza che motivi di frustrazione.
Dedalo e Icaro
regia di Giacomo Ferrù e Francesco Frongia
drammaturgia di Tindaro Granata
drammaturgia di Tindaro Granata
scenografia Stefano Zullo
movimenti scenici Riccardo Olivier di
Fattoria Vittadini
luci Giuliano Almerighi
con Vincenzo Giordano, Giulia Viana, Giacomo Ferraù, Libero Stelluti
assistente alla regia Pietro Mauri
produzione Teatro dell'Elfo ed Eco di
fondo
con il sostegno del MiBAC e di SIAE,
nell’ambito dell’iniziativa "Sillumina – Copia privata per i giovani, per
la cultura"
visto il 19/1/2019 presso il teatro Elfo Puccini di Milano