Riccardo III, il videogioco del potere
recensione di Felice Carlo
Ferrara
Per alcuni storici la morte di Riccardo III segna la
fine del medioevo in Inghilterra, un'epoca cosiddetta oscura, popolata nel
nostro immaginario di paure irrazionali, personaggi dall'animo torbido e azioni
efferate in gran parte per via del ritratto che ne hanno dato grandi scrittori
come Shakespeare. Dunque oggi estrarre dal baule del passato i suoi
protagonisti potrebbe rimanere un modo per riconsiderare da lontano un modo di
agire ormai distante dal nostro vivere. Oppure no. Forse anche il nostro
presente è popolato da tanti Riccardo III, uomini o donne frustrati da una vita
insoddisfacente, rosi da una sete di rivalsa che vorrebbe sfogarsi in una
insensata corsa al potere; piccoli Riccardo con la differenza, però, di deviare
dal mondo reale per riversare queste ambizioni in un mondo dove è più semplice
ottenere successo: la realtà virtuale, ad esempio, quella dei videogiochi dove
è possibile far scorrere il sangue a fiumi senza che nessuno mostri il proprio
biasimo, dove si può odiare senza freni chiunque si frapponga all'obiettivo
finale e dove è possibile porsi come unico centro dell'universo, falciando
tutto il resto. Una realtà in cui la complessità delle relazioni umane si
sminuisce in un gioco a punti, per cui ogni persona è ridotta a pedina, la cui
conquista può valere una risalita in termini di punteggio. E, per essere
franchi, chi non ha provato la tentazione di abbandonare per un momento ogni
etica, per provare i brividi di un comportamento dissennato almeno una volta
nella sua vita, protetto dall'idea di un mondo immaginario capace di
dissolversi in un attimo e quindi di ripulirci la coscienza?
Ecco quindi che un Riccardo III lo possiamo trovare
dentro ognuno di noi, assopito dal buon senso del vivere civile, ma pronto a
risvegliarsi appena il contesto lo permette.
Sembra questo il punto di partenza di Corrado D'Elia
per la sua nuova avventura shakespeariana. La scelta registica è infatti quella
di chiudere il celebre capolavoro nello schema di un videogioco a livelli, e di
mettere il pubblico nelle condizioni di osservare il mondo con gli stessi occhi
di Riccardo III: ovvero uno spazio algido in cui fanno capolino personaggi
ridotti a figurine decontestualizzate, il cui valore è stabilito da un sistema
a punti.
E, paradossalmente, l'egocentrismo del giocatore
Riccardo si manifesta anzitutto con la sua assenza dalla scena. Un'assenza solo
fisica, s'intende, perché la sua voce come il suo sguardo sono invece
onnipresenti, assumendo in un certo senso una dimensione divina: le pedine del
gioco sono così costrette a cercarlo puntando lo sguardo verso l'alto e a
subire le sue continue irruzioni senza alcuna speranza di mantenere uno spazio
privato. In questo Corrado D'Elia afferra con saldezza uno dei temi più cari a
Shakespeare, quello dell'uomo che osa elevarsi alla stessa altezza di Dio e che
proprio per questo determina il proprio destino tragico, un atteggiamento che
il drammaturgo ammirava e temeva allo stesso tempo.
La nuova produzione della Compagnia Corrado d'Elia si
dimostra quindi capace di una originale rilettura del capolavoro
shakespeariano, senza che questa stessa ricerca di originalità penalizzi
l'essenza del testo. Ne risultano anzi evidenziati gli aspetti più salienti,
come dovrebbe sempre accadere nel teatro di regia.
A ciò si aggiunge l'alta professionalità di tutti gli
aspetti tecnici, capaci, dal disegno luci alle tracce sonore, di sostenere con
efficacia l'idea registica di base. Merita peraltro una menzione di riguardo
l'ottima squadra attorale: sul palco non si dispiega solo il talento istrionico
del sempre eccellente Corrado d'Elia. Ogni singolo interprete, infatti, come
raramente accade, si rivela perfettamente all'altezza di un testo che, pur
arduo e complesso, arriva al pubblico come leggero, piacevole ed estremamente
affascinante.
Riccardo III
Produzione: Manifatture
Teatrali Milanesi - Compagnia Corrado d’Elia
Di William Shakespeare
Regia di Corrado d’Elia
Con: Andrea Bonati, Raffaella Boscolo, Marco
Brambilla, Giovanni Carretti, Paolo Cosenza, Corrado d’Elia, Gianni Quillico,
Chiara Salvucci, Antonio Valentino.
Adattamento: Corrado d’Elia
Assistente alla regia: Luca Ligato
Ideazione scenica e grafica: Chiara Salvucci
Responsabile produzione: Beatrice Nannetti Pozzi
Tecnico e disegno luci: Marco Meola
Tecnico audio: Edoardo Ridolfi
Costumi: Rossana Parise
Visto il 2 marzo a Milano presso il Teatro Litta.
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