Due destini: entrare in un quadro surrealista con Coppelia Theatre
di Felice Carlo Ferrara
Remedios Varo e una delle sue opere pittoriche
Remedios Varo è
stata una delle voci più interessanti del surrealismo messicano, eppure non ha
mai goduto di una fama equivalente a quella di Frida Khalo e il suo nome rimane
decisamente poco noto. Di fatto le figure ambigue che popolano le sue opere non
sono prive di fascino e sembrano portare lo spettatore in una dimensione sì
onirica, ma anche lontana nel tempo: si respira infatti la stessa atmosfera
rarefatta di certi dipinti del gotico internazionale o della prima metà del
Quattrocento, con uomini o donne simili ad alchimisti, chini su carte
misteriose, intenti forse a mischiare nozioni astronomiche e leggi matematiche
ad intuizioni metafisiche, o con spiriti che rievocano antiche superstizioni.
Tutto questo, però, trasformato dall'azione deformante del sogno, che,
attraverso segrete reti di associazioni, inserisce nel quadro elementi del
tutto inaspettati, rinnovandone i suoi significati. Così uno studioso si
riveste dello stesso piumaggio degli uccelli che analizza, oppure un soffitto
si affloscia come un lenzuolo appoggiandosi sulla punta di una decina di
orologi a pendolo.
Ci sono
probabilmente molti riferimenti autobiografici, ma la pittura di Remedios Varo,
nata in Spagna, ma naturalizzata messicana, sembra dare un volto a un universo
collettivo che si annida nell'incoscio di ognuno di noi.
Coppelia Theatre
ha voluto farle un omaggio con Due destini, spettacolo per burattini
dall'impianto molto semplice, ma ricco di piccoli dettagli, come i quadri della
stessa Varo. E proprio partendo da due opere in particolare della pittrice, la
compagnia ha creato uno spettacolo che trasporta il pubblico nella mente
creativa dell'artista, ricostruendo un ambiente dai risvolti esoterici e offrendo
immagini dal sapore nettamente onirico.
Le due opere a cui Coppelia si è ispirata per Due destini
Si comincia con
l'ingresso piuttosto inquietante di uno spirito che sembra praticare un rito
magico;
quindi compaiono la due marionette protagoniste dello spettacolo. E si tratta di meccanismi davvero straordinari: la bravissima Coppelia, infatti, li maneggia con grande abilità e riesce a far fare alle sue creature cose mai viste, come impugnare una matita e disegnare una figura geometrica, o prendere una posata per imboccare qualcuno o accendere un fuoco.
quindi compaiono la due marionette protagoniste dello spettacolo. E si tratta di meccanismi davvero straordinari: la bravissima Coppelia, infatti, li maneggia con grande abilità e riesce a far fare alle sue creature cose mai viste, come impugnare una matita e disegnare una figura geometrica, o prendere una posata per imboccare qualcuno o accendere un fuoco.
Le marionette da polso di Coppelia Theatre, protagoniste di Due destini
Si tratta di
marionette da polso particolarmente sofisticate, dotate di congegni in ferro
che permettono loro l'articolazione delle dita, il movimento degli occhi e
delle palpebre. Sono in pochi a saperle usare e in pochissimi nel mondo a
saperle realizzare: Vladimir Zakharov Yakovlevich, che ha creato il primo
prototipo alla fine degli anni '90, e, appunto, Coppelia, sua prima allieva.
L'artista è peraltro dotata di un notevole talento scultoreo che le permette di
dare alle sue marionette un aspetto estetico particolarmente gradevole.
Due destini è
quindi uno spettacolo più unico che raro; piuttosto breve (25 minuti circa),
privo di dialoghi ed anche di un impianto narrativo, si concentra più che altro
sulla suggestione delle immagini e delle atmosfere e sulle capacità delle due
marionette.
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