Romanzo d’Infanzia: sulla lievità di un bacio
e
la forza di un pugno
di Monica Ceccardi
Tommaso e Nina sono stati spediti a letto dai
loro genitori e organizzano la loro muta protesta, fatta di sogni di fuga e di
scoperta. Un Ragazzone della Montagna
con una lanterna in mano porta Nina lontano, facendola ballare. Al risveglio i
bimbi decidono di non andare a scuola e scappano finché finiscono in un cimitero.
Nina ha paura, ma Tommaso la fa ridere mentre leggono le lapidi e si immaginano
le storie di tutte quelle persone morte. Poi trovano la tomba di un bambino di
cinque anni, volato via così in fretta che i suoi genitori non sono riusciti a
dirgli tutte le cose che avevano nel cuore. Si chiedono cosa farebbe la loro mamma
se fossero loro a morire; entrambi credono che vorrebbe loro più bene. Ora è
buio, è tardissimo, i bimbi tornano a casa, mamma e papà urlano e litigano tra
loro, loro si scusano, ma papà picchia Tommaso e Nina tiene tra le braccia il
fratello dolente, come in una Pietà bambina,
e lo cura con tantissimi bacini. I figli sono spesso invisibili agli occhi dei
loro genitori. “Tommaso si possono fare i bambini a otto anni?”. Nina ci prova e
partorisce un piccolissimo bimbo invisibile, che anche se è invisibile lei vede
sempre, e se lo perdesse lo cercherebbe dappertutto. Tommaso gioca col bimbo
invisibile di Nina, lo mangia, poi lo sputa, e lo rincorrono dappertutto,
scendono in platea, giocano con il pubblico, e poi con il fuoco, che però
presto divampa in un incendio. Tornano mamma e papà, gridano, cercano i bambini,
eccoli, ma ora basta, basta per davvero. Questa volta Tommaso viene spedito in
collegio e così i due fratellini vengono separati per sempre. Il loro addio
condito di abbracci è il più lungo della storia… Passa il lungo tempo
dell’attesa, Tommaso non torna e Nina fugge di casa per andare a cercarlo:
l’amore per suo fratello le indica la strada.
E così Nina e
Tommaso si ritrovano e corrono via ancora una volta, forse per sempre, ballando oltre il
bosco, nello stesso momento in cui i genitori a casa si chiedono perché, e
atterriti come burattini non capiscono. Alla fine arriva loro una lettera: “E’ stato molto bello conoscervi, ma adesso
vogliamo conoscere altra gente e altri posti. Addio per sempre, no anzi,
arrivederci a presto”. La letterina ora è un lenzuolino sul quale viene
proiettato un video di due bambini bellissimi che corrono liberi su una
spiaggia deserta e di fronte a loro, senza fine, il mare.
La dolcezza e la violenza, l’incanto e la paura.
L’infanzia e il mondo adulto. Spettacolo lieve come un bacino e forte come un
pugno, di teatro puro, totale, rivolto a tutti. Stratificazione semplice e
complessa delle emozioni contraddittorie che avvicinano e allontanano i grandi
da loro stessi, dai loro bambini e dai bambini che sono stati. Romanzo d’infanzia è commovente, e anche
necessario per riaprire spiragli di luce e dialogo tra due mondi che in realtà
dovrebbero essere uno, perché da quell’uno tutto nasce e fiorisce.
Dal 1997 Michele Abbondanza e Antonella Bertoni
danno vita a questa meravigliosa fiaba in cui poesia, corpo e voce danzano e
dialogano. E’ un viaggio sempre più attuale, dentro la consapevolezza della
centralità dell’infanzia, e del suo rispetto, nella costruzione della
personalità di ciascuno di noi.
Alla fine dello spettacolo gli applausi commossi
dei grandi si sono mescolati con le risate e i salti di gioia dei più piccoli.
Bellezza pura.
Romanzo d'infanzia
durata 55’ -
anno di creazione 1997
vincitore del Premio Stregagatto 1997/98
vincitore del Premio Stregagatto 1997/98
una
produzione Quintavalla - Stori - Compagnia Abbondanza/Bertoni
testo BRUNO
STORI
coreografia
e interpretazione MICHELE ABBONDANZA e ANTONELLA BERTONI
regia e
drammaturgia LETIZIA QUINTAVALLA e BRUNO STORI
ideazione
luci LUCIO DIANA
elaborazioni
sonore MAURO CASAPPA
costumi
EVELINA BARILLI
fonico
TOMMASO MONZA
luci ALBERTA
FINOCCHIARO, ANDREA GENTILI
voce fuori
campo SILVANO PANTESCO
coproduzione
TEATRO TESTONI RAGAZZI
con il
sostegno di MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI – DIP. SPETTACOLO
Visto al Teatro Camploy di Verona il 2 Aprile
2015
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