Una vetrina per il teatro ragazzi a Milano e a Cormano
di Felice Carlo Ferrara
Dal 4 al 6 maggio si è svolta la XXVII edizione del Festival
Segnali, storica rassegna di teatro per ragazzi e spesso contenitore delle
migliori novità nel settore.
Nella stanza di Max di Bàbu teatro danza,
Associazione Sosta Palmizi, Associazione Cà Rossa
con il sostegno di Unicef Bologna e il contributo del Comune di Bologna
Associazione Sosta Palmizi, Associazione Cà Rossa
con il sostegno di Unicef Bologna e il contributo del Comune di Bologna
autori: Elisabetta di Terlizzi, Francesco Manenti,
Daina Pignatti e Laura Tondelli
Daina Pignatti e Laura Tondelli
interpreti Elisabetta di Terlizzi, Francesco Manenti,
Daina Pignatti, Emanuel Rosenberg
Daina Pignatti, Emanuel Rosenberg
costumi Laura Pennisi e Oro-Nero Creazioni Modena
L'apertura è stata
assegnata allo spettacolo Nella stanza di Max di Babù Teatro Danza,
Associazione Sosta Palmizi, Associazione Cà Rossa. Liberamente ispirato al
celebre libro di Maurice Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi, ha per
protagonista un bambino che, nello spazio circoscritto della sua cameretta,
compie un viaggio immaginario scandito da incontri con creature bizzarre con le
quali impara a confrontarsi. Lo spettacolo si compone di una serie di quadri in
cui sfilano personaggi sempre diversi, in un crescendo di visionarietà. Si
comincia così con l'animarsi degli oggetti della camera, un tavolo, una
lampada, il letto, finché lo spazio rassicurante della stanzetta non sembra
dissolversi, per ricomporsi in ambienti ogni volta più misteriosi: una foresta
popolata da silenziose sentinelle, il mare con i suoi vortici travolgenti e
infine una terra abitata da mostri. La scelta del teatro danza, nonché di un
registro registico di grande semplicità, con coreografie e scene essenziali
riempite da costumi invece suntuosi e di grande effetto, rende lo spettacolo
molto fruibile anche da un pubblico in età prescolare. Non ne guadagna
l'aspetto contenutistico. Difficile associare la visione al tema guida scelto
dai creatori per questo progetto, ovvero i diritti per l'infanzia,
probabilmente anche per la convenzionalitá della struttura narrativa, già alla
base di tanti spettacoli molto simili, ma tesi a svolgere altri temi. A parte
questo aspetto, tuttavia, Nella stanza di Max rimane un prodotto godibile e di
buon livello.
Gli equilibristi di Teatro dell’argine
di Valentina Kastlunger, Pietro Floridia, Andrea Paolucci
con Caterina Bartoletti, Lorenzo Cimmino,
Giovanni Malaguti, Ida Strizzi
Giovanni Malaguti, Ida Strizzi
coreografie di Mario Coccetti
collaborazione musicale: Andrea Rizzi
scena di Nicola Bruschi, Andrea Gadda, Gabriele Silva
regia di Andrea Paolucci
Dedicato agli
adolescenti, invece, Gli equilibristi, prodotto da Teatro dell'argine. Lo
spettacolo nell'arco di un'ora racconta la giornata tipo di quattro teenager e
ne sintetizza, nello stesso tempo, un anno scolastico, drammatizzando le
situazioni più tipiche e comuni del mondo degli adolescenti attraverso un linguaggio
grottesco. Pregio di questa gradevolissima produzione, dal ritmo molto
riuscito, è una regia creativa e spensierata, capace di giocare con gli oggetti
scenici in modo semplice ma brillante, e sostenuta peraltro da una drammaturgia
intelligente e ironica. A ciò si aggiunge il talento di tutti gli interpreti,
che riescono a ritrarre quattro prototipi classici di teenager, dotandoli di un
giusto spessore, pur cavalcando con gusto lo stile grottesco della produzione.
Gioca inoltre un
ruolo quasi principale il dato sonoro, curato da Andrea Rizzi, che intreccia
motivi molto noti e infarcisce lo spettacolo di gag sonore dal sapore
fumettistico, molto adatto allo spettacolo.
Smartstone di Elsinor
Con Michele Cremaschi, Giuditta Mingucci
Regia e Multimedia programming Michele Cremaschi
Con Michele Cremaschi, Giuditta Mingucci
Regia e Multimedia programming Michele Cremaschi
Gusto molto pop
anche per la nuovissima produzione Elsinor, Smartstone, in cui, con tono
scanzonato e parodistico, si ripercorre la storia evolutiva dell'uomo, dalla
preistoria attraverso le tappe più note, l'invenzione dei primi utensili, la
scoperta del fuoco e lo studio delle stelle, fino a che l'ingresso di un
oggetto chiaramente riconducibile ai nostri smartphone, non sembra vanificare
tutto il percorso svolto, offrendoci una tale quantità di servizi e catturando
tanto l'attenzione dell'uomo, da impoverire anziché arricchire la sua
esperienza di vita. Coerentemente col tema scelto, la produzione si
caratterizza soprattutto per un gioco complesso di videoproiezioni, con effetti
anche interattivi e una grafica smaccatamente fumettistica.
La costruzione
dello spettacolo tramite una lunga catena di gag, si presta ad una visione
molto scanzonata da parte di un pubblico dalla fascia di età piuttosto vasta,
dalle elementari alle medie. Divertimento assicurato anche grazie all'ottima
performance dei due interpreti, Michele Cremaschi (anche regista) e Giuditta
Mingucci. La scelta del tono fumettistico-televisivo sacrifica forse troppo
l'aspetto didattico, soprattutto per la fascia dagli 11 anni in su, per i quali
era possibile sviluppare maggiormente un tema tanto attuale quanto urgente.
Rimane ad ogni modo uno spettacolo ricco, soprattutto nelle soluzioni
registiche.
Me & Te di La città del Teatro Sipario Toscana
di Maria Grazia Cassalia e Donatella Diamanti
con Annalisa Cima e Stefano Tognarelli
regia Letizia Pardi
scene Riccardo Gargiulo costumi Cinzia Landucci
audio e luci Fabio Giommarelli
Mentre Smartstone
sceglie il paradosso rappresentando la modernità attraverso un mondo primitivo,
Me &Te, prodotto da La città del Teatro Sipario Toscana, parla invece del
mondo degli adolescenti in modo anche troppo ovvio, costruendo una commedia
intorno a un nucleo familiare con al centro un ragazzo innamorato timido e
pieno di dubbi, piuttosto lontano, si direbbe, dalla odierna società del sesso
facile. Per quanto lo spettacolo riesca ad inanellare qualche buona gag, si
respira per tutto il tempo un'atmosfera stantia, in parte per la ripresa di
formule narrative e registiche dal teatro borghese, in parte per una
visione troppa ingenua e semplicistica
della realtà. Inoltre l'ampio spazio dedicato alla descrizione della vita
matrimoniale con tutti i suoi cliché, condivisibili ma comunque ovvi, fa sì che
la commedia ammicchi al pubblico adulto molto più che a quello degli
adolescenti. Non a caso, del resto, la regia si affida di continuo a canzoni
del passato, con classici degli anni '60 e '80, dimostrando uno spirito
nostalgico e palesando così scarso interesse verso la realtà attuale.
Zac colpito al cuore di Il Laborincolo, PaneDentiTeatro, ATGTP
Di: Marco Lucci, Enrico De Meo, Simone Guerro
Con: Marco Lucci, Enrico De Meo
Muppets e burattini: Marco Lucci
Scenografie: Frediano Brandetti
Con: Marco Lucci, Enrico De Meo
Muppets e burattini: Marco Lucci
Scenografie: Frediano Brandetti
Regia: Simone Guerro Musiche: Simone Guerro
Dopo una
celebrazione del ventennale di Barbablù di Pandemonium Teatro, il
festival ha dato spazio alla rivista Eolo diretta da Mario Bianchi e ai suoi
premi per il teatro ragazzi, quest'anno assegnati per la carriera a Eugenio
Monti Colla (del Teatro Colla) e a Carlo Formigoni (fondatore del Teatro del
Sole a Milano e più di recente in puglia del Teatro Kismet e del Cerchiomdi
Gesso), al progetto di formazione Fare teatro a scuola secondo noi ideato da
Silvia Colle e Lucia Vinzi per l'Ente regionale Teatrale del Friuli e infine
agli apprezzatissimi Out di Unterwasser, Zac colpito al cuore! di Atg Teatro
Pirata, Il Laborincolo e PaneDentiTeatro, Fa'afafine dello Stabile di Palermo e
H+G di Teatropersona.
Raperonzolo, il canto del crescere di Teatro del Buratto
Con Cristina Liparoto e Sara Milani
Regia di Renata Coluccini
Scene Michelangelo Campanale
Disegno Luci Marco Zennaro
Regia di Renata Coluccini
Scene Michelangelo Campanale
Disegno Luci Marco Zennaro
Ritorno alle fiabe, invece, per il Buratto che ha presentato Raperonzolo, il
canto del crescere. Più che rielaborare il testo dei Grimm, la regista Renata
Coluccini sembra interessarsi maggiormente alla recente produzione disneyana,
riprendendone temi, situazioni narrative e caratterizzazioni dei personaggi,
senza tuttavia raggiungere la stessa efficacia del film d'animazione,
soprattutto per quel che riguarda lo sviluppo dei contenuti pedagogici. La
necessità della conquista di una propria autonomia e la difficoltà del
passaggio dal mondo protetto della famiglia a quello esterno erano infatti
percorsi tematici svolti con maggior maggior complessità e profondità nel
riuscito film Disney. Raperonzolo, il canto del crescere rimane nondimeno uno
spettacolo affascinante, grazie soprattutto ad un suggestivo disegno luci e a
un impianto scenografico molto riuscito.
L'audaci imprese - Supereroi in endecasillabi di Teatro del perché
a cura di e con: Andrea Pinna e Valentina Scuderi
Molto più semplice
in termini produttivi, ma al contempo più ambizioso il progetto di Teatro del
perché, che con L'audaci imprese - Supereroi in endecasillabi si mette alla
prova in alcune delle ottave più celebri della storia della nostra letteratura.
I bravissimi Valentina Scuderi e Andrea Pinna, infatti, interpretano con grande
energia e coinvolgimento brani dall'Orlando Furioso e dalla Gerusalemme
Liberata, affidandosi unicamente alla propria voce e alla propria corporeità.
Soli oggetti in scena due bastoni fluorescenti che rimandano alle spade dei
paladini e nel contempo ci riportano nel mondo di Star Wars. Alla base dello
spettacolo, infatti, c'è l'idea che si possa suggerire ai ragazzi odierni un
paragone tra le iperboliche imprese degli eroi epici e le forze estreme dei
supereroi odierni, diminuendo così quella distanza tra i celebri poemi e il
nostro immaginario moderno, distanza che spesso è più dovuta al pregiudizio che
reale. Nello stesso tempo i due attori non commettono l'errore di limitare
tutto a una lettura ironica e parodistica del testo, ma si concedono comunque
momenti di reale coinvolgimento emotivo lì dove i versi dell'Ariosto e
soprattutto del Tasso raggiungono i loro vertici lirici.
Cinema Paradiso di Ass. Cult. Tra il dire e il fare/
Compagnia La luna nel letto
/ Teatri Abitati - Residenza di Ruvo di P.
In collaborazione con la
Scuola di Danza Artinscena
regia luci e scene Michelangelo Campanale
con Giuseppe Di Puppo, Annarita De Michele, Erica Di Carlo, Paolo Gubello, Daniele Lasorsa, Leonard Lesa- ge, Salvatore Marci, Maria Pascale, Palmiriana Sibilia, Luigi Tagliente
supervisione coreografica Aline Nari
cura del testo Katia Scarimbolo
costumi Maria Pascale
video omaggio agli addii Mario Bianchi
video Ines Cattabriga, Michelangelo Campanale
con Giuseppe Di Puppo, Annarita De Michele, Erica Di Carlo, Paolo Gubello, Daniele Lasorsa, Leonard Lesa- ge, Salvatore Marci, Maria Pascale, Palmiriana Sibilia, Luigi Tagliente
supervisione coreografica Aline Nari
cura del testo Katia Scarimbolo
costumi Maria Pascale
video omaggio agli addii Mario Bianchi
video Ines Cattabriga, Michelangelo Campanale
Il festival
Segnali si è chiuso infine con Cinema Paradiso, splendido omaggio al cinema
prodotto da La Luna nel letto e firmato da un impeccabile Michelangelo
Campanale. Al centro, tra i sedili polverosi di una vecchia sala
cinematografica, Totò, un bambino che richiama evidentemente il protagonista
del capolavoro di Tornatore, e che osserva stupito sfilare alcune icone della settima
arte, da Charlie Chaplin a Mary Poppins, da Marilyn Monroe a Spiderman. Unendo
interpretazioni attorali, momenti di teatro danza e videoproiezioni, Campanale
realizza un incantevole viaggio nel mondo del cinema, descrivendolo come
romantica evasione dalla realtà, capace di stupire, divertire, emozionare. E se
il tema avrebbe fatto prevedere un forte utilizzo di proiezioni, il regista
riesce invece a mantenere come strumento cardine il linguaggio teatrale,
appoggiandosi soprattutto a un complesso e ricchissimo disegno luci. Il
risultato è una serie di quadri molto suggestivi, in cui si alternano momenti
leggeri ad altri più malinconici in cui si esplora il tema dell'abbandono.
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