Come Erika e Omar - è tutto uno show
di Felice Carlo Ferrara
Il titolo è
piuttosto esplicito e sintetizza in sé buona parte della trama. Lo spettacolo,
un musical sviluppato in due atti, si ispira infatti al delitto di Novi Ligure
apportando solo qualche variazione per spingere la vicenda su toni più aspri.
Nella prima parte
si introduce lo spettatore in una immaginaria cittadina di provincia,
denominata antifrasticamente Santa Serena. Qui si concentrano tipi umani
variamente deprecabili: donne fedifraghe, politici corrotti e preti venali. In
questa avvilente realtà vive la famiglia tutt'altro che esemplare in cui si
consumerà la strage, una famiglia composta da un imprenditore disonesto, una
moglie emotivamente instabile, un ragazzino dai marcati tratti autistici e
l'adolescente Jessica, che a conti fatti risulta la figura più consapevole e
matura del gruppo. Proprio lei veste i panni della protagonista che, desiderosa
di liberarsi della mediocrità e della soffocante meschinità delle persone che
la attorniano e del peso dato dalla presenza di un fratellino problematico,
vede infine nell'omicidio una soluzione al suo malessere e un modo per
affermare il suo grido vitale nella periferia più mortifera. Lo slancio
decisivo per passare all'azione le è dato dalla complicità a dire il vero poco
convinta del fidanzato Christian, con il quale desidera vivere un'appasionata
storia d'amore svincolata dai pregiudizi classisti dei genitori.
Ecco quindi che in
una notte avviene il triplice delitto.
Jessica deve poi
affrontare l'interrogatorio della polizia, ma, per sviare i sospetti, può
facilmente cavalcare l'onda di xenofobia che attraversa il paese. Il suo
percorso verso la libertà si inceppa però quando interviene un testimone
oculare e quando la debolezza caratteriale unita a un mordente senso di colpa
spinge Christian a confessare.
Il secondo tempo
racconta invece la reazione spregiudicata dei giornalisti alla vicenda, che,
lungi da una valutazione umana del delitto, si concentrano esclusivamente sulle
potenzialità date dal delitto in termini di oppurtinità di carriera e di
guadagno economico. Lo stesso vale per i compaesani che si consolano in fretta
della tragedia, sviluppando una sorta di brand per lo sfruttamento commerciale
della vicenda. Si avvia quindi una grande macchina mediatica che inizialmente
sembra ridare a Jessica un nuovo slancio alle sue speranze, portandola sulle
vette vertiginose della fama e del guadagno facile, e che infine rivela anche a
lei il suo lato mostruoso: quel freddo cinismo che mercifica le persone e con la
stessa rapidità le dimentica. Ecco dunque che in questa prospettiva il verdetto
si mostra rovesciato, cosicché nello spettacolo il vero carnefice appare
l'intera società che giudica il delitto e poi lo cavalca per i suoi fini
opportunisti, piuttosto che la persona che lo consuma per difendere i propri
desideri. Ma se questa realtà oscura può apparire allo spettatore troppo meschina e deprimente, interviene il cielo stesso e i suoi angeli per cercare di convincere che il nostro inferno è comunque più allettante del paradiso, dove la bontà dei santi non si sposerebbe troppo con la goliardia o il sex appeal.
Lo spettacolo si
avvale di un gruppo attorale validissimo sia sul fronte del canto che su quello
recitativo. Spicca in particolare, nei panni di Jessica, Gea Andreotti, che, oltre alle
evidenti doti canore, si dimostra capace di alternare sul palco grandi spinte
aggressive e improvvisi lampi di malinconia. Tutti gli interpreti, ad ogni
modo, si spendono con energia e dedizione. Apprezzabili anche le scelte
scenografiche, tutte giocate su una dosata essenzialità, e la regia firmata da
Enzo Iacchetti, evidentemente molto abile nel dirigere gli attori. Molto
piacevoli, efficaci e sempre orecchiabili, infine, le musiche composte dal maestro
Francesco Lori.
Proprio il livello
professionale molto alto di tutto il cast, tuttavia, avrebbe potuto spingere la
produzione verso pretese più alte. I dialoghi si risolvono invece in battute e
situazioni dal taglio demenziale, ristagnando in scene stereotipate e
indirizzando così lo spettacolo a un pubblico più dozzinale che medio.
Infine chi
temesse che questo spettacolo possa offendere qualcuno per il soggetto
trattato, potrà consolarsi nel sapere che ogni scena accumula indelicatezze
tali da rendere trascurabile la scelta di spettacolarizzare
l'omicidio.
COME ERIKA E OMAR - È TUTTO UNO SHOW
Con: Massimiliano Pironti, Gea Andreotti, Paola Lavini, Manuele Colamedici, Gustavo La Volpe, Paola Giacometti, Matilde Facheris, Michele Savoia, Giada Lorusso, Marco Massari, Fabrizio Coniglio, Chiara Anicito.
Regia: Enzo Iacchetti | Musiche: Francesco Lori | Liriche: Tobia Rossi | Regia Tecnica: Alessandro Tresa | Coreografie: Alessandra Costa | Costumi: Mary Mataloni | Disegno Luci: Alessandro Molinari | Suono: Alessandro Turella | Scenografie: Gaspare De Pascali | Direzione Musicale: Francesco Lori | Arrangiamenti: Danilo Ballo | Edizioni Musicali Immaginazione | Assistente Regia: Chiara De Pisa | Comunicazione: Luca Bensaia | Management: Mauro Iacchetti | Ideazione Grafica: Maestro Marco Lodola
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