Giocagiocattolo: quando l'immaginazione anima la scena
di Felice Carlo Ferrara
Scende
la notte e con il buio si risvegliano le paure peggiori di un bambino; nello stesso
tempo, però, la realtà sfuma i suoi contorni così definiti durante il giorno e si
lascia contaminare dai sogni. Tra le ombre si animano allora anche le fantasie
più belle e, proprio grazie a queste, oggetti silenziosi possono prendere vita
e dimostrare un cuore tenero.
Tutto
comincia da semplici forme geometriche: un triangolo, un quadrato, una sfera,
tre figure essenziali che sotto il potere creativo dell’immaginazione generano
un intero universo.
Questo
il punto di partenza di Giocagiocattolo,
una produzione del Buratto che
sceglie come protagonisti un orsacchiotto di pezza con la passione per
l’aviazione, una bambola che preferirebbe le cure di una bambina più che i
dispetti di un maschietto, un buffo pagliaccio a molle e, infine, l’amico
immaginario, un rassicurante compagno di vita prestato dalla fantasia e, nello
stesso tempo, proiezione onirica del bambino stesso.
Il
soggetto, a un primo sguardo, può non sembrare molto originale; tuttavia il suo
sviluppo secondo il tema della fantasia
creatrice che anima e riempie man mano uno spazio inizialmente vuoto e
buio, rende lo spettacolo particolarmente intrigante e, in diversi momenti,
davvero sorprendente per lo spettatore. A ciò si aggiunge una grande attenzione
per i contenuti pedagogici che affrontano con delicatezza il tema della paura: una paura prima attribuita al buio e poi
ricondotta, passo a passo, alla sua vera origine: la paura di essere abbandonati. Timore risvegliato nel bambino
dalla nascita ormai prossima di una sorellina e, in parallelo, acceso nei
vecchi giocattoli dall’arrivo di un nuovo pacco regalo che conterrà forse
qualcosa di più bello, qualcosa che saprà attrarre tutta l’attenzione e
l’affetto del bambino escludendo forse i vecchi compagni di gioco.
Ed
è un timore che coinvolge con amarezza anche gli spettatori più grandi, perché
lo spettacolo può divenire facilmente una metafora di come il tempo spazza via
intere epoche. L’ingresso del giocattolo elettronico segna la fine di un mondo
oggi già molto lontano, in cui il divertimento era piuttosto creatività, un uso
più attivo dell’immaginazione impresso su cose semplici che sapevano, tuttavia,
convogliare i sentimenti più belli. E dunque il senso di solidarietà che lega i
giocattoli tra loro e li ripara in parte dalle loro paure e dallo sconforto,
risulta infine molto toccante.
Giocagiocattolo è dunque uno spettacolo delizioso ed emozionante, scritto
con ironia e intelligenza, capace di incantare il pubblico dei bambini e, cosa
rara, di dosare ed equilibrare tra loro leggerezza e impegno nei contenuti. A
ciò si aggiunge l’ottima capacità attorale di tutto il cast e il fascino delle marionette,
realizzate con spiccato senso artistico.
GIOCAGIOCATTOLO
produzione: Teatro del Buratto
progetto Franco Spadavecchia
testo Beatrice Masini
regia Jolanda Cappi e Giusy Colucci
in scena Marialuisa Casatta, Serena Crocco, Elena Giussani, Nadia Milani
scene e oggetti Marco Muzzolon, realizzati dal Laboratorio del Teatro del Buratto da Marco Muzzolon, Raffaella Montaldo, Mirella Salvischiani
voce recitante Gabriele Calindri
disegno luci Marco Zennaro
musiche a cura di Mauro Casappa
direttore di produzione Franco Spadavecchia
inserito nell'IF festival edizione 2014/2015
testo Beatrice Masini
regia Jolanda Cappi e Giusy Colucci
in scena Marialuisa Casatta, Serena Crocco, Elena Giussani, Nadia Milani
scene e oggetti Marco Muzzolon, realizzati dal Laboratorio del Teatro del Buratto da Marco Muzzolon, Raffaella Montaldo, Mirella Salvischiani
voce recitante Gabriele Calindri
disegno luci Marco Zennaro
musiche a cura di Mauro Casappa
direttore di produzione Franco Spadavecchia
inserito nell'IF festival edizione 2014/2015
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