Orfeo e Euridice:
Cesar Brie e Eco di Fondo scelgono un mito antico per parlare di eutanasia
di Felice Carlo Ferrara
Nel mito antico,
Orfeo, non potendo rassegnarsi alla morte di Euridice, scendeva negli inferi e,
con il fascino del suo canto, tentava di riportare in vita l'amata. Oggi Cesar
Brie riprende il mito, rovesciando tuttavia il ruolo di Orfeo: il suo eroe,
infatti, non deve combattere contro la morte, ma piuttosto invocarla, perché i
due protagonisti si ritrovano loro malgrado ad agire in una zona grigia che
sospende Euridice in uno stato molto più ambiguo degli inferi, dove non si può
parlare né di vita, né di morte. È la realtà del coma, una realtà artificiale,
prodotta dai farmaci e dall'accanimento terapeutico operato su individui la cui
reale condizione esistenziale è difficile da comprendere. Fin dove può arrivare
la medicina senza ledere per questo la dignità dell'uomo? Fino a che punto le
cure possono contendere una vita umana al ciclo della natura? Chi stabilisce
che una cruda esistenza materiale sia migliore del volo dell'anima nell'Aldilà?
Sono tante le domande che si nascondono dietro la parola eutanasia e poche le
risposte, perché il campo dell'etica è difficile da definire, specialmente in
un'epoca priva di certezze come la nostra.
Nondimeno la
sofferenza cui sono costrette molte persone richiede comunque di affrontare una
riflessione al riguardo.
Cesar Brie e la compagnia Eco di fondo si sono unite in una produzione Teatro Presente per rispondere a questa esigenza e hanno creato uno spettacolo che, pur muovendosi su un terreno estremamente rischioso, risulta in verità molto difficile da criticare. Questo grazie alla scelta di accantonare la retorica, per lasciare spazio ad un racconto concreto, dove protagonista non è l'ideologia, ma una coppia di giovani qualunque, che, dalla tranquillità quotidiana, si ritrova catapultata d'un tratto in una realtà terribile, ma purtroppo spesso reale: un incidente travolge la donna e da quel momento termina per lei la vita, senza che possa tuttavia cominciare la morte. Questo per l'intervento dei medici, che sanno sì trattenerla dal baratro, ma non sanno poi sospingerla altrove. Ed è così che la tragedia non può condurre ad alcuna catarsi, perché tutto rimane sospeso, inamovibile, senza alcuna evoluzione per anni, anni, anni.
E non ci sarebbe
affatto soluzione, se non si levasse la voce del compagno a pretendere che
qualcuno si occupi di quella sofferenza.
Lo spettacolo si
schiera coraggiosamente a favore dell'eutanasia. Non lo fa, tuttavia, attuando
opinabili semplificazioni, perché, al contrario, lascia spazio alle motivazioni
e ai pareri di entrambe le parti e non cade mai nella tentazione di demonizzare
alcuna presa di posizione. Non solo. Il testo ha l'intelligenza di trattare la
sofferenza non come protagonista del dramma, ma piuttosto come antagonista
dell'amore e della felicità della coppia e forse proprio questa scelta è il segreto
di uno spettacolo che trova subito una profonda empatia nello spettatore,
riuscendo sin dalle prime scene estremamente toccante.
A ciò si aggiunge
l'interpretazione intensa e molto partecipata dei due bravissimi interpreti:
Giacomo Ferraù e Giulia Viana, capaci di affrontare con molta credibilità anche
le scene più dure.
Da un punto di
vista strettamente teatrale, infine, merita una lode particolare la regia dello
spettacolo, per il grande equilibrio raggiunto nel mettere insieme dati
scientifici, dramma umano e pura narrazione e, soprattutto, per la perfetta
sintesi ottenuta nel linguaggio teatrale. Ogni momento del dramma sa offrire
allo spettatore un'immagine metaforica elegante, poetica ed efficace, immagini rese con l'uso di
pochi oggetti o semplici gesti, che, accompagnati da un giusto uso delle
musiche e delle luci, e sostenute dall'abile lavoro attorale, trovano infine una
grande potenza comunicativa.
In definitiva uno
degli spettacoli più belli attualmente in circolazione. Sicuramente consigliato.
Orfeo ed Euridice
testo e regia César Brie
costumi Anna Cavaliere
musiche Pietro Traldi
con Giacomo Ferraù e Giulia Viana
disegno luci Sergio Taddo Taddei
produzione Teatro Presente / Eco di fondo
SELEZIONE INBOX 2014
Visto il 10 febbraio 2015 presso il Teatro Elfo Puccini di Milano
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