domenica 27 ottobre 2019

Animateria: anime e figure al Verdi


IF-OFF: NUOVE ANIME PER IL TEATRO DI FIGURA

Di Felice Carlo Ferrara



Il teatro Verdi di Milano, da sempre grande sostenitore del teatro di figura, ha significativamente aperto la nuova stagione con una serata dedicata agli esiti di Animateria, corso di formazione di teatro di figura cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo sociale europeo e realizzato dalle maggiori realtà del settore (tra le tante: Teatro Gioco Vita, Teatro delle Briciole, Teatro del Drago, Teatro del Buratto). Questo fa ben capire la rilevanza data a questa arte dal Verdi, che, del resto, da anni con IF festival ospita le migliori compagnie internazionali sul campo. La speranza naturalmente è che sempre più teatri collaborino nella diffusione di questi linguaggi.
Tre, in particolare, gli studi portati in scena sul palco milanese.

                                                         un'immagine di Cane nero

In Cane nero una famiglia deve rompere la propria routine per confrontarsi con le tracce di qualcosa di enorme e misterioso. Forse non si tratta che di un cane, ma dalle proporzioni inaudite! E, chissà, magari proprio questo misto di solito e insolito genera il panico nella famiglia protagonista… Il cane nero al centro della trama, infatti, sembra l’immagine stessa della paura, un sentimento oscuro che ci ostiniamo a tenere fuori dalla nostra esistenza, ma che inevitabilmente è parte di noi.  
Di tutti gli studi presentati questo è di certo il più vicino alla lezione del Teatro Gioco Vita. La narrazione avviene infatti attraverso giochi di ombre, sperimentati nei più diversi modi, giochi che riescono a portare il nostro sguardo ora su uno spazio interno, ora su un interno, a volte anche sovrapponendo i due piani, con un effetto squisitamente teatrale. Sviluppato con ironia e leggerezza, ma capace di mantenere il giusto livello di suspense, questo studio appare già abbastanza maturo e certo in grado di reggere il confronto con un pubblico di famiglie.  

                                                                  Greta Di Lorenzo in Alice
   
Con Alice, invece, Greta di Lorenzo reinterpreta il capolavoro di Lewis Carroll e riporta le avventure della celebre eroina in un spazio più mentale che fisico, caratterizzato più per l’assenza che per la presenza, e dove riecheggiano le parole di una voce fuori campo, una voce forse interna, forse esterna, forse entrambe le cose. La protagonista appare come un'io sofferente, il cui dolore, però, è congelato e si può dire anche deformato dallo sguardo algido e spietatamente freddo di un super io decisamente sbilanciato, patologico. Così le tante lacrime versate divengono un magma argenteo e posticcio incapace di esternare realmente il dolore. E quando finalmente Alice emerge, smarrita in questa dimensione surreale, appare come una marionetta, costretta a spalancare la bocca e ad ingerire così come la sua mente è forzata ad ascoltare quella voce martellante. Questo secondo studio, probabilmente un po’ dilatato nella durata delle scene, si presenta di certo come il più curato esteticamente e, concettualmente, il più ambizioso.

A chiudere il trittico è l’onirico Polvere, in cui una pioggia di gesso irrompe nella tranquillità di una coppia, invadendo in modo crescente il suo spazio e la sua intimità, tanto da insinuarsi nei corpi dei protagonisti e mutarli infine in statue ridotte a pezzi. Lo studio, sicuramente suggestivo, può richiamare l’idea del tempo che, avanzando, cancella ogni giorno qualcosa di noi, del nostro essere e della nostra individualità. E’ tuttavia possibile anche leggerlo come una metafora dell’attore stesso costretto a sparire per lasciare posto alla figura, in un lavoro di certo più assimilabile al teatro d’attore che all’animazione e tanto riluttante a divenire teatro di figura, da cedergli veramente solo nell’ultimo minuto. 

Le serata è stata anche occasione di presentazione della nuova stagione del Verdi che, oltre all’immancabile IF con la consueta selezione di lavori internazionali di teatro di figura (Sofie Krog, Duda Paiva, La Pendue, Unterwasser e, a chiudere, Natasha Belova), ospiterà anche un festival dedicato al concetto di Europa, una rassegna di opere segnalate dal Premio Scenario, e ancora due festival: “Leggere le montagne”, dedicato all’alpinismo (11 dicembre, giornata internazionale della montagna), e la seconda edizione del Festival dell’Ambiente e della Sostenibilità, dal 12 al 17 maggio. Spazio inoltre all’istrionismo di Roberto Mercadini, con ben tre lavori in stagione (Elogio del linguaggio, Felix, Mercadini racconta Ariosto), ad Antonio Cornacchione e Sergio Sgrilli con Noi siamo voi: votatevi (Teatro della Cooperativa), e, infine, alla musica con due produzioni del Buratto : Paris Canaille e Boris Vian.

Per approfondire: teatro verdi
                             animateria-2020-seconda-edizione

CANE NERO
di e con: Riccardo Perna, Miriam Costamagna, Andrea Lopez Nunes, Jessica Graiani, Marta Lunetta
ALICE
di e con Greta Di Lorenzo; scenografia: Christian Zucconi
POLVERE
di e con: Riccardo Reina, Giulio Bellotto, Annalisa Esposito

Visti il 18 ottobre 2019 presso il Teatro Verdi di Milano